Un giorno le luci del cielo saranno segni; un giorno anche i fatti delle nazioni saranno segni. Perché, allora, è superstizione guardare ad essi? Non lo è. Può darsi che ci sbagliamo riguardo ai dettagli su cui ci basiamo, e può darsi che, nel fare questo, mostriamo la nostra ignoranza. Ma non c’è nulla di ridicolo o di disprezzabile nella nostra ignoranza e nella nostra vigilanza. È meglio sbagliare nel vigilare che non vigilare affatto.
Non ne consegue nemmeno che i cristiani sbagliassero, anche nelle loro attese particolari, anche se Cristo non venne benché loro dicessero che vedevano i suoi segni. Forse erano suoi segni, ma egli li ritirò. Non esiste qualcosa come la revoca di un comando? Non capita forse che persone abili di questo mondo facciano a volte delle previsioni che si rivelano poi sbagliate, e non diciamo comunque che avrebbero dovuto avere ragione? Il cielo minaccia e poi si rischiara di nuovo. Qualche capo militare ordina ai suoi uomini di avanzare e poi, per qualche ragione, li richiama: diremo che gli informatori che hanno portato la notizia che stava muovendo si sbagliavano? Bene, in un certo senso Cristo sta sempre facendo avanzare gli eserciti del cielo e continuamente li ferma. I segni dei cavalli bianchi appaiono continuamente e continuamente svaniscono (Ap 6, 2 ss.). «Dopo la pioggia ritornano le nubi» e i suoi servi non sbagliano nell’indicarle e nel dire che il tempo sta cambiando, anche se non cambia, dato che è sempre mutevole.
Dobbiamo notare un’altra cosa, e cioè che se anche i cristiani sono sempre stati in attesa di Cristo, hanno sempre additato i suoi segni, non hanno mai detto che egli fosse venuto. Hanno detto solo che stava per venire, che quasi veniva. E così era ed è. Persone zelanti, settarie, estremamente presuntuose, costoro hanno detto che Cristo era davvero venuto o hanno indicato l’anno esatto e il giorno della sua venuta. Non così gli umili seguaci, che non lo hanno né annunciato né cercato nel deserto o nelle stanze segrete, e neppure hanno cercato di stabilire « il tempo e il momento, che il Padre ha tenuto in suo potere ». Essi non hanno fatto altro che aspettare. Quando egli verrà veramente, essi non mancheranno di riconoscerlo e, fino a quel momento, non diranno nulla. Essi vedono solo i suoi precursori.
Waiting for Christ, PPS, VI, pp. 246-247,29 novembre e 6 dicembre 1840